Rischio cyber, 1 impresa su 7 ha subito attacchi

Il 67% delle imprese in Italia rileva un aumento di tentativi di attacco, il 61% ha aumentato il budget per la sicurezza informatica. Per questa ragione, la cybersecurity è la principale priorità di investimento nel digitale in Italia, anche grazie al volano del PNRR e alla guida dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale. Ma il rapporto tra spesa in cybersecurity e PIL è 0,10%, ancora lontano dagli altri Paesi del G7. Sono alcune delle evidenze contenute nell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano. 

Pericolo in continuo aumento

Gli attacchi informatici sono in continuo aumento, con 1.141 incidenti gravi rilevati dal Clusit nel solo primo semestre 2022, +8,4% rispetto allo stesso periodo 2021, e le minacce interessano sempre più anche infrastrutture critiche. In questo contesto, il 67% delle imprese rileva un aumento dei tentativi di attacco e il 14% ha subito conseguenze tangibili a seguito di incidenti informatici, come interruzioni del servizio, ritardi nell’operatività dei processi o danni reputazionali. Più in generale, a causa della turbolenza in atto, il 92% delle aziende riscontra impatti, positivi o negativi, direttamente riconducibili al contesto geopolitico, che spaziano da un maggiore interesse alla sicurezza da parte del Top Management fino a una necessità di riorganizzazione delle attività di gestione del rischio cyber.

Quanto investe l’Italia per la protezione informatica?

In Italia sta crescendo l’attenzione per la cybersecurity, che nel 2023 si conferma la principale priorità di investimento nel digitale tra le imprese, sia grandi che Pmi. Ben il 61% delle organizzazioni sopra i 250 addetti ha deciso di aumentare il budget per le attività di sicurezza informatica negli ultimi 12 mesi. E complessivamente nel 2022 il mercato italiano della cybersecurity raggiunge il valore di 1,86 miliardi di euro, con un’accelerazione eccezionale del +18% rispetto al 2021. Il rapporto tra spesa in cybersecurity e PIL in Italia si attesta allo 0,10%, in lieve crescita rispetto allo 0,08% dell’anno precedente. Si tratta però di un risultato che colloca il nostro Paese all’ultimo posto tra quelli del G7. La classifica è guidata da Stati Uniti e Regno Unito, con un rapporto dello 0,31%. Per Francia e Germania il rapporto è, rispettivamente, lo 0,19% e lo 0,18%. 

Un mercato che vale 1.855 milioni di euro

Oggi il mercato della cybersecurity ha un valore di 1.855 milioni di euro, con una crescita del 18% nel 2022 rispetto l’anno precedente. L’incremento si deve alla ripresa degli investimenti delle organizzazioni e alla progressiva presa di coscienza sulle minacce. La crescita è sostenuta in buona parte dalle medie imprese, che iniziano a introdurre azioni concrete in materia di cybersicurezza.