Supermercati, l’Italian food vale 8 miliardi di euro

Alla persone piace sempre di più il cibo italiano, e la conferma è il fatto che le vendite continuano a crescere. Lo ribadisce l’Osservatorio Immagino di GS1 Italia, che monitora l’andamento degli alimenti confezionati nei supermercati e negli ipermercati. Tutte le etichette citano riferimenti all’Italia o alle regioni: in totale, si tratta di 21.000 prodotti alimentari sui banchi della grande distribuzione. L’importo delle vendite supera gli 8,1 miliardi di euro (+ 6,3 % rispetto ai 12 mesi precedenti), pari al 25,6% dell’approvvigionamento alimentare totale in supermercati e ipermercati. Si tratta di un paniere molto ampio, che abbraccia diverse categorie alimentari, in cui l’Osservatorio di Immagino ha confermato sette claim, bollini e indicazioni geografiche europee: crescono le vendite di tutti gli articoli (escluso il “prodotto in Italia”), in particolare dei Prodotti DOP (+12,3%) e utenti che si dichiarano “100% italiani” (+9,4%).

A livello regionale vince il Made in Trentino Alto Adige

Se un quarto dei prodotti alimentari menziona chiaramente le sue caratteristiche italiane sulla confezione, un altro decimo evidenzia più chiaramente la sua origine regionale: si tratta di prodotti di oltre 8.600 provenienze regionali, e le vendite di questi prodotti superano i 24 miliardi di euro, un aumento del 5% in un anno. Quali regioni italiane hanno conquistato i carrelli della spesa italiani? Si conferma primo il Trentino-Alto Adige, seguito da Sicilia, Piemonte ed Emilia-Romagna. Tuttavia, nelle classifiche regionali stilate dall’Osservatorio Immagino, spiccano anche le performance dei prodotti made in Molise (+ 28,7%), Liguria (+ 15,6%) e Calabria (+ 13,1%).

Spesa in tempi di pandemia

“La pandemia ha certamente influito, amplificando atteggiamenti di consumo legati al bisogno di rassicurazione e fiducia su quello che si sta acquistando” ha commentato Marco Cuppini, research and communication director GS1 Italy. “Ma si tratta comunque di un fenomeno ormai strutturale che prescinde da quello che è successo nell’ultimo anno. Difficilmente si tornerà indietro. Tanto più che stanno emergendo sia nell’offerta che nella domanda nuovi aspetti legati alle filiere e ai processi produttivi. I consumatori sono sempre più esperti e critici, è aumentata la cultura alimentare e l’attenzione alla tradizione, soprattutto tra chi ha maggiore capacità di spesa, dato che si tratta di prodotti mediamente più costosi”. Tra i prodotti a cui i consumatori prestano particolare attenzione, verificando ingredienti e la loro provenienza, spicca – e non sorprende – la pasta, da sempre simbolo di italianità.