Il 93% dei professionisti italiani vorrebbe lavorare per un’azienda estera, ma vivendo in Italia

Vuoi mettere il valore di un’esperienza professionale fatta per un’azienda estera e in più la comodità di non doversi neppure trasferire? Ecco la prospettiva a cui puntano moltissimi lavoratori italiani, in prevalenza manager e professionisti di vari settori. Non più solo un miraggio, però: oggi infatti è possibile collaborare con realtà estere senza nemmeno dover uscire di casa. E’ questo uno degli effetti positivi portati dalla diffusione massiccia dello smart working, che di fatto ha annullato il teorema lavoro=ufficio. Un’opzione impensabile anche solo fino a pochi mesi fa. Da una recente indagine di Wyser è così emersa la volontà, tra numerosi lavoratori, di avere un rapporto di lavoro con aziende internazionali ma dall’Italia: a dirlo è il 93% dei rispondenti su un campione di oltre millecinquecento persone. Le motivazioni sono molte e varie: per vivere un’esperienza internazionale senza allontanarsi dalla famiglia, per esplorare nuove prospettive e metodologie, per affrontare nuove sfide, per aiutare l’ambiente riducendo gli spostamenti casa-ufficio o anche per ridurre il tasso di disoccupazione.

Un’opportunità che annulla le distanze

“La dematerializzazione del luogo di lavoro apre a nuove e stimolanti opportunità per la carriera dei professionisti italiani. La possibilità di sviluppare e mantenere rapporti di lavoro da e per l’estero rappresenta una fonte di arricchimento non solo dal punto di vista professionale ma anche personale”, commenta Carlo Caporale, amministratore delegato di Wyser Italia. Che aggiunge: “L’avanzamento tecnologico che consente ai manager di continuare ad esplorare le potenzialità legate al lavoro da remoto era già in parte diffuso nei settori finance e insurance, management, professional service e it, oggi si allarga anche ad altri ambiti. In questo contesto globale, diventa necessario per il candidato poter contare su un head hunter con una profonda conoscenza dei mercati locali, che possa quindi guidarlo nel suo percorso di carriera e individuare opportunità inaspettate”.

Sia rimanendo in Italia… sia all’opposto

Si tratta di una tendenza a livello internazionale: secondo uno studio di McKinsey, il 52% dei dipendenti desidera un futuro lavorativo più flessibile. Quindi, oltre ai professionisti che desiderano collaborare con aziende estere pur rimanendo in Italia, esiste una percentuale di lavoratori che vorrebbe vivere all’estero e operare però per un’impresa italiana. Per il 42% degli intervistati, la Spagna è la destinazione oltre confine più popolare, seguita dal Regno Unito (31%) e dalla Francia (11%). Il restante 16% non punta solo a destinazioni europee come Portogallo, Irlanda o Germania, ma include anche Paesi lontani  come Cina, Indonesia o Stati Uniti. Questa scelta dipende non solo da fattori prettamente professionali, ma anche culturali e dallo stile di vita del Paese in questione, che per il 71% degli intervistati è il principale fattore di valutazione.